Pareti Ecologiche del Futuro: Ragionare in Verticale

In architettura ogni progetto, in quanto immaginazione di un possibile assetto, può essere letto come un’esperienza sul futuro. Oggigiorno, confrontarsi con l’edificio più moderno in assoluto, cioè sviluppato in altezza, porta alla necessaria ridefinizione dei tradizionali canoni della progettazione. Questo avviene a seguito dei cambiamenti sul concetto  attuale di cosa sia natura urbana e come viene intesa.

La natura di oggi è tecnologica, istruttiva, riflette l’atteggiamento umano e si trasforma con esso. Nello specifico parlando di pareti ecologiche verticali esterne, molteplici sono gli espedienti utilizzati per descrivere al meglio questa nuova natura. In questa indagine ne vedremo due delle più complesse e interessanti sul panorama odierno.

Pareti verdi: come combinare natura e costruito

Negli spazi edificati dall’uomo, l’utilizzo della vegetazione ha da sempre avuto molteplici funzioni, quali simboliche, ornamentali o produttive. Anche oggi, l’integrazione massiccia del verde nel costruito riveste un ruolo importante, soprattutto all’interno di città densamente abitate.

Nasce un nuovo approccio ecologico alla progettazione, definito “green city”, ovvero la rinaturalizzazione delle città attraverso iniziative di inverdimento urbano.

Questo nuovo carattere si può esprimere con il primo esempio delle pareti verdi. Il termine indica, in generale, tutte le forme di facciata ecologica di tipo verticale. Ponendosi come soluzione al disagio ambientale e d’inquinamento, questo modello offre l’opportunità di combinare natura e costruito.

La tecnica della parete verde è caratterizzata da una minor industrializzazione, ottenendo un aspetto molto più naturale e realistico. Si sfrutta la disposizione verticale, senza invadere lo spazio orizzontale, lasciando libera l’attività urbana e il movimento dei passanti.

Esistono diversi tipi di sistemi usati per l’inverdimento di facciate ma in generale si possono avere due sotto-categorie. La suddivisione avviene in facciate verdi e living walls, in base al metodo di coltivazione, vegetali impiegati e soluzioni tecniche adottate.

Facciate verdi

Con facciate verdi impropriamente si classificano tutte le pareti ad uso vegetativo. In realtà questa classe è suddivisa a seconda dell’impiego o meno di strutture di supporto. Esistono facciate con piante a sviluppo rampicante, che crescono direttamente sulla superficie dell’edificio, come nell’architettura tradizionale. Oppure esistono le facciate ad inverdimento indiretto, con pareti su cui applicare reti e graticci di diversi materiali. Il tipo di pianta infatti deve essere scelto, considerando il clima, il sistema di supporto e il tipo di facciata.

È possibile infatti impiegare specie vegetali con ciclo vegetativo stagionale o sempreverde, in base alle necessità funzionali ed estetiche.

Living Walls: la trovata di Patrick Blanc

 I sistemi living walls invece sono costituiti da pannelli modulari, contenenti ciascuno un substrato organico o artificiale. Sono caratterizzati paretida un tipo di coltura idroponico, basata cioè sull’uso di una soluzione nutritiva per provvedere a tutto, o a parte, del fabbisogno delle piante.

Il primo ad avere ideato questa tecnica, divenendo famoso sul panorama mondiale, fu il botanico parigino Patrick Blanc.

Grazie alle sue conoscenze delle piante, Blanc brevettò la coltura verticale, distribuendo il verde sulle superfici esterne degli immobili, qualunque fosse l’altezza. I suoi living walls sono diventati una “speranza” per una nuova visione delle città e delle abitazioni del futuro.

Fornendo un respiro “artistico” e trasformando muri di cemento in rifugi di biodiversità, queste particolari piante diventano un elemento di dialogo con l’uomo. Le diverse essenze possono essere disposte in modo da formare particolari disegni o effetti cromatici sulla parete.

In generale non ci sono particolari vincoli nella scelta delle specie vegetali. Da precisare però che questa progettazione richiede chiaramente il lasso di tempo necessario per la crescita delle piante scelte.

Uno degli interventi più celebri, ai cui Blanc deve la sua grande fama, resta il museo Quai Branly di Parigi. Il suo living wall infatti presenta 800 metri quadri di piante provenienti da Asia, Europa e Stati Uniti.

Agricoltura urbana del domani

La seconda soluzione di parete verticale nasce considerando il progressivo degrado che le nostre campagne agricole vivono oggi per la continua pressione dell’uomo. Come possiamo volgere questa situazione in favore sia nostro sia dell’ambiente? È possibile pensare ad un’idea di una campagna urbanizzata? O viceversa, trapiantare l’idea dell’agricoltura in un suolo urbano?

Una delle possibili risposte studiate al giorno d’oggi riguarda il sistema delle agricolture urbane. Definite come “micro-industrie, site all’ interno o sul bordo di un paese in crescita, che distribuiscono prodotti commestibili”.  Michael Guerra, progettista urbano e agronomo, definisce questa modalità come la più innovativa per limitare in futuro lo spreco delle risorse terrestri.

Nuovi e ristrutturati edifici possono e devono essere progettati per fornire maggiori opportunità di crescita del cibo. Basta considerare una  qualunque superficie che abbia almeno un impatto diretto con il sole. Tetti, balconi, facciate, scale, atri interni, giardini frontali o sul retro, finestre, rappresentano tutti esempi validi per sviluppare questa idea.

Vertical farmings: coltivazioni 2.0

Secondo dati statistici, entro il 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone, con un aumento della domanda di cibo del 70%. Soddisfare tali requisiti, richiederà un notevole sforzo da parte nostra per incrementare la produzione alimentare a livello mondiale.

La produzione di cibo in una campagna reinventata, in continuità con lo spazio urbano, diventa un obiettivo perseguibile nel contesto contemporaneo. In risposta ai modelli tradizionali, sono state studiate pratiche agronomiche maggiormente orientate alla difesa dell’ambiente e supportate da politiche di valorizzazione agricola.

Una delle soluzioni nasce grazie alla progettazione delle cosiddette “vertical farmings – fattorie verticali”. Il termine, introdotto per la prima volta nel 1915 dal professor Gilbert Bailey, modificò completamente le politiche agro-alimentari del futuro.

La vertical farming, si pone come modello innovativo del concetto di superficie produttiva e “contenitore” delle funzioni ecologiche urbane.

Lavorare sulla verticale diventa una frontiera perseguibile definendo un ambiente presidiato e controllabile da ciascun individuo.

Spostare le coltivazioni all’interno di un edificio però non è una prassi così facilmente attuabile, proprio per la novità che il sistema comporta. Stabilendo però un rapporto più diretto tra noi stessi e la produzione di cibo, si può lavorare in misura ottimale.

Consapevolezza e la partecipazione condivisa sono gli ingredienti base per spostare l’orizzonte delle vertical farmings da utopico a fattibile.

Dobbiamo imparare a sfruttare gli spazi residuali e verticali dei nostri appartamenti, attuando in seguito una produzione agricola adeguata alle esigenze future. Vi chiederete, ma è possibile tutto ciò?

Eccovi l’esempio perfetto di vertical farming per la residenza urbana: i “Guerrilla Gardener Movement”. Molto semplicemente ma efficacemente, il cibo ora ha la possibilità di crescere sui balconi delle abitazioni o nei giardini condominiali.

A conclusione possiamo dire che entrambe le pareti rappresentano un importante punto di svolta per la nostra società. Però solo attraverso una maggior presa di coscienza è possibile affrontare il futuro.

Se sono riuscita ad incuriosirvi e volete approfondire questo tema, contattateci per maggiori informazioni! Potrete realizzare anche voi la vostra parete ecologica perfetta!

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1-www.allodr.us/green-architecture/green-architecture-design-eco-friendly-architecture/ 2-www.gettyimages.it/detail/foto/living-wall-office-facade-corner-immagine-royalty-free/186559387/ 3-www.verticalgardenpatrickblanc.com/ 4-it.pinterest.com/search/pins/?q=agricolture-urban /5-it.pinterest.com/search/pins/?q=vertical-farming-house

Barbara Basile
Barbara Basile

Architetto con la passione per i viaggi e la lettura. Amo sorridere alla vita con la famiglia e gli amici. Il mio motto? Il meglio deve ancora venire!

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