Cosa sappiamo riguardo ai fondi stanziati in Italia per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici? Quello che emerge dalle ottantadue pagine di relazione su “la gestione degli interventi di ristrutturazione e di adeguamento delle strutture pubbliche per l’eliminazione delle barriere architettoniche” è purtroppo una non adeguata copertura del reale fabbisogno di richiesta: i fondi, non solo sono pochi, ma sembrerebbe anche poco ben distribuiti!
Nessun aspetto positivo quindi? La risposta ci stupisce, perché la normativa vigente sottolinea anche la presenza di molti interventi di abbattimento delle barriere architettoniche messi in atto dal MIBACT, ovvero il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ciò significa che a giovarne saranno anche i siti archeologici e culturali del Paese, bisogna pertanto considerare questo dato “super positivo” dal momento che è doppiamente difficile intervenire su siti vincolati.
LA CULTURA ACCESSIBILE
É quindi necessario che chi opera in ambito culturale sia consapevole che la cultura diventi realmente esperienza per tutti e di tutti. É per questo che la città di Matera, eletta capitale europea della cultura 2019, lancia un evento internazionale “ZERO BARRIERE” in modo da promuovere una “filiera dell’accessibilità”, per far sì che ogni luogo pubblico sia caratterizzato da soluzioni fondate sulla progettazione plurisensoriale in modo da consentire a chiunque la fruizione di spazi e servizi in modo semplice, autonomo ed esteticamente gradevole.
Da Milano a Roma la cultura comincia ad essere accessibile a tutti.
RIVOLUZIONE CULTURALE: ACCESSIBILITÁ MUSEALE
Pensare all’accessibilità di un museo apre frontiere rivoluzionarie destinate a riportare al centro l’attenzione sui visitatori e le loro specifiche esigenze. Il museo, dal punto di vista di un visitatore, è uno spazio dove ciò che si ritiene meritevole lo si seleziona e lo si mette in mostra, non è soltanto uno spazio destinato alla trasmissione di sapere.
In questo senso, la riflessione sui temi dell’accessibilità si deve arricchire di nuove considerazioni che ne fanno un argomento di discussione ampiamente articolato.
L’accessibilità è purtroppo ancora associata ad una rampa di scale! L’elemento architettonico, in relazione al museo, è rappresentazione di quella che sembra una conquista, il percorrere quella scala, la fatica fisica, la motivazione di doverla percorrere! In altre parole, l’accessibilità odierna riformula nuove prassi, si passa così allo sviluppo della cosiddetta “nuova museografia” : un museo accessibile, dunque, è innanzitutto un luogo empatico la cui strategia primaria è il coinvolgimento, per questo motivo è chiamato a rimuovere le proprie barriere (sensoriali, fisiche, cognitive, ecc.) per fare in modo che i visitatori possano sentirsi parte attiva.
Per questi motivi, rendere un museo accessibile implica due aspetti fondamentali, una responsabilità di contesto legata alla passività immobile di una sedia a rotelle e l’altra legata alla qualità strumentale ed educativa delle sensazioni adottate.
L’accessibilità obbliga a considerare le diversità di ognuno anche solo per la varietà degli stili di apprendimento. Il successo di una visita ad un museo non potrà valutarsi solo sulla base delle informazioni apprese ma dovrà considerare altri aspetti che rappresentano la motivazione a ritornare. Promuovere opportunità per il coinvolgimento delle disabilità fa sì che molte persone smettano di vivere l’isolamento sociale.
MUSEI AD HOC
Nasce così a Trieste un museo Civico di Storia Naturale della città, dove il progetto “Museo accessibile” si ispira alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. In questo caso non si è partiti dall’analizzare i problemi che riguardavano le barriere architettoniche quanto ad illustrare e semplificare i contenuti alle persone con difficoltà di lettura ed apprendimento.
Visite guidate, linguaggio facile da leggere, linguaggio per immagini e testi semplificati rappresentano il notevole sforzo degli operatori per fare in modo che il Museo potesse diventare accessibile anche al pubblico con disabilità elettiva.
Altro esempio significativo è rappresentato dal percorso multi sensoriale al Museo tecnologico di Genova dove in totale assenza di luce i visitatori non vedenti vengono accompagnati da guide. Ulteriori percorsi tattili o comunque riservati ai disabili si trovano in molti spazi pubblici a Bologna, Milano, Venezia e Torino dove il progetto dello scenografo Francois Confino per il Museo Nazionale del Cinema ha proposto un’interessante sperimentazione di forme di accessibilità sensoriale che il Museo stesso ha promosso affiancando ai percorsi modelli tattili e allestendone parte con un’innovativa forma di rappresentazione dei fenomeni ottici per vedenti, ipo-vedenti e non vedenti.
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