Alzheimer – Le Soluzioni Progettuali per Una Casa a Misura dell’Anziano

Soltanto se vivi la complessa esperienza di assistere un anziano affetto dal morbo di Alzheimer puoi realmente comprendere quanto sia utile e necessario creare intorno a lui un ambiente il più possibile semplice e familiare, che incida da un lato sul suo benessere psico-fisico e dall’altro sulla semplificazione dell’operatività di chi se ne prende cura.

La casa è lo spazio fisico in cui l’anziano si esprime e si relaziona con gli altri. Per questo devi organizzare per lui un ambiente che non costituisca in alcun modo un ostacolo tale da indurlo in confusione, agitazione o isolamento, e, con questo articolo, vogliamo suggerirti alcune soluzioni progettuali per organizzare la casa a misura dell’anziano affetto dal morbo di Alzheimer.

Il decorso del morbo di Alzheimer

L’evolversi del morbo di Alzheimer è esplicato, meglio ancora che sui libri, negli autoritratti di William Utermohlen, artista americano scomparso a cui fu diagnosticata quella che si può definire “la malattia del lungo addio”. Queste opere raffigurano il racconto di un uomo che si vede scomparire, un’identità che si perde come se qualcuno la cancellasse man mano, fino all’oblio.

Ancorché nessun paziente sviluppi la malattia in maniera uguale ad un altro, in quanto ogni anziano presenta sintomi diversi in relazione alle parti del cervello colpite, nonché disturbi differenti anche in base alla sua storia personale, al suo stato fisico ed al suo stile di vita, possiamo sinteticamente identificare quattro fasi di avanzamento del morbo di Alzheimer:

1° stadio della malattia

La persona risulta ancora essere lucida mentalmente e si rende conto di star perdendo alcune delle sue capacità, quali il riconoscimento e/o la comprensione della funzione di alcuni oggetti, la propria collocazione spaziale in relazione alla meta da raggiungere e temporale in relazione all’alternanza giorno/notte e delle stagioni. Questo provoca in lei uno stato di depressione e un progressivo isolamento.

2° stadio della malattia

L’anziano diventa apatico, ossessivo e aggressivo. Non riesce più a concentrarsi, ad eseguire un ragionamento e a collocare correttamente gli oggetti nello spazio. Tutto ciò continua ad aumentare il suo stato depressivo.

3° stadio della malattia

L’anziano non è più capace di svolgere attività giornaliere autonomamente; il suo pensiero risulta frammentato e disorganizzato. Stati di ansietà, paura, rabbia, euforia, tremori, sudorazione e tachicardia si alternano. Egli non ha più la percezione del pericolo e quindi risulta soggetto ad incidenti di varia natura. Per questo e’ necessario pensare ad una casa a misura dell’anziano affetto dal morbo di Alzheimer, ovvero creare un ambiente che ne sostituisca o ne integri i deficit.

4° stadio della malattia

La persona perde totalmente la sua autonomia e regredisce allo stadio fetale. Presenta problemi di alimentazione e di progressivo rallentamento dei movimenti fino all’allettamento. In questa fase avviene il decesso, di solito secondario allo scatenarsi di un processo infettivo.

Le soluzioni progettuali per una casa a misura dell’affetto da Alzheimer

Si basano su alcuni elementi in particolare: l’identificazione degli spazi, l’illuminazione, l’arredo, il colore.
La casa a misura deve essere quanto più possibile suddivisa in microzone, ciascuna destinata alle distinte attività quotidiane dell’anziano, al fine di dargli l’opportunità di riconoscere le diverse funzioni delle aree: bisogna individuare un’area, possibilmente centrale rispetto all’appartamento, destinata alle attività principali (relax, conversazione, attività terapeutiche e occupazionali), ed altre aree di riposo e di servizio.

Microzona pranzo

La consumazione dei pasti, in particolare per i soggetti già in fase intermedia-avanzata della malattia che vivono stati di nervosismo e irritabilità a contatto con altre persone, è consigliabile che avvenga in un ambiente raccolto e tranquillo.
Per coloro allo stato iniziale della malattia che vivono momenti di disorientamento ma che possono, comunque, continuare ad avere un normale ritmo di vita, è sufficiente mantenere la già esistente zona pranzo, purchè facilmente raggiungibile dallo spazio centrale in autonomia.

In entrambi i casi, lo spazio adatto alla consumazione dei pasti è possibile crearlo semplicemente disponendo alcuni mobili in posizione divisoria del più ampio spazio centrale: una libreria, ad esempio, in posizione centrale non solo consente un vagabondaggio controllato, ma divide microzone funzionali diverse creando uno spazio più piccolo ed intimo ed uno più ampio e flessibile a più usi.
Sugli scaffali della libreria puoi riporre degli oggetti cari all’assistito, che possano evocare dei ricordi e indurre stimolazioni sensoriali.

Microzona attività

Come già accennato, per lo svolgimento delle attività di relax, conversazione, lettura e gioco, è consigliabile utilizzare lo spazio centrale della casa, ampio e con arredi essenziali, per consentire agli anziani di muoversi in maniera autonoma all’interno di un percorso sicuro, lungo il quale possono trovare diversi elementi di stimolazione.
Uno di questi elementi può essere una lavagna magnetica, alla quale l’anziano può appendere con calamite foto ricordo, cartoline ed altro.

Inserisci arredi che richiamino l’ambiente domestico quali una credenza, una madia o ceste contenenti fotografie, lettere, cartoline, gomitoli di lana, chiavi o altri oggetti di richiamo della memoria o d’uso quotidiano; quadri con riferimento alle stagioni per dare loro un costante orientamento temporale; pannelli per dare la possibilità di disegnare, scrivere o comunicare graficamente.

Per le persone ancora ad una fase iniziale della malattia, si può anche suggerire di destinare una stanza diversa dove possono svolgere attività più complesse e vedere la tv. Tuttavia, è auspicabile che l’utilizzo del televisore sia controllato da chi assiste l’anziano: infatti, i suoni prodotti dal televisore, oltre ad infastidire l’anziano, possono provocare in lui allucinazioni uditive, alle quali può reagire con stati di ansia e paura o con comportamenti aggressivi.

All‘interno dello spazio centrale ricava una zona salotto, intima, arredata con una poltrona con “orecchie” laterali poggia testa, utili a favorire il rilassamento dell’anziano.

Microzona riposo

Localizza la microzona destinata al riposo/degenza in una camera con vista esterna, possibilmente su uno spazio verde che faccia vivere all’anziano il contatto visivo con la natura.
Offri all’anziano la possibilità di personalizzare la propria camera, consentendogli di mettere, in una apposita scaffalatura, i propri effetti personali legati al suo percorso di vita.

Arreda la camera da letto con una sedia a dondolo che, oscillando, favorisce il rilassamento dell’anziano. Fa che abbia a portata di mano una bambola della sua infanzia. La bambola verrà vista dall’anziano come un bambino vero e proprio e, facendogli rivivere il momento dell’accudimento, stimolerà i processi della memoria.
Assicurati che la finestra o la portafinestra della camera sia dotata di tende oscuranti, perchè la luce eccessiva potrebbe provocare all’anziano effetti di abbagliamento e conseguenti disturbi comportamentali.

Nel servizio igienico, è utile prevedere un sistema di oscuramento dello specchio, nel caso in cui la persona non riconosca o non ami la sua immagine riflessa. Infatti, l’anziano, già in fase intermedia, non solo stenta a riconoscere le persone a lui note, come i familiari, ma perfino se stesso, reagendo con turbamenti e allucinazioni, in quanto percepisce l’immagine riflessa come presenza reale di persona estranea e a lui ostile.

Lo spazio esterno a misura dell’anziano affetto dal morbo di Alzheimer

Se la casa è dotata di uno spazio fruibile dall’anziano come, ad esempio, un resede o una terrazza, attrezzali con dei banchi idonei per consentire lo svolgimento di attività terapeutiche di giardinaggio.

Per evitare eventuali effetti di abbagliamento nel passaggio dall’interno verso una terrazza o un giardino esterno, all’uscita dallo spazio interno, fai installare una tenda da sole o, meglio ancora, un pergolato che filtri la luce del sole senza creare ombre troppo nette e marcate che possano costituire per l’anziano ulteriore fonte di disorientamento. Sul pergolato potranno crescere piante rampicanti che, oltre a schermare parzialmente i raggi solari, contribuiranno all’orientamento spazio-temporale dell’anziano, aiutandolo a riconoscere il trascorrere del tempo per il loro stesso ciclo di vita (germoglio, fioritura, appassimento e caduta) che segue il mutare delle stagioni.

Sarebbe infine opportuno illuminare lo spazio esterno per permetterne la fruizione anche nelle ore di buio, considerata la tendenza dell’anziano ad invertire il ritmo sonno-veglia e, quindi, a voler utilizzare tale spazio anche nelle ore notturne.

Riassumendo, ti suggeriamo di suddividere tutte le zone ampie della casa, semplicemente tramite arredi, in piccole aree più silenziose dove la persona possa appartarsi, da sola o in piccola compagnia, rimanendo pur sempre sotto il controllo visivo diretto da parte di chi lo assiste. In tal modo, l’anziano è libero di circolare in modo autonomo nel suo percorso di vagabondaggio (wandering), sicuro, privo di ostacoli, dislivelli e barriere, ma al tempo stesso può essere costantemente monitorato in modo non intrusivo.
Ricordati di eliminare gli elementi che possano essere causa di potenziali cadute (quali tappeti, tavolini bassi, etc…).

Speriamo che tutto quanto sopra possa esserti di aiuto nell’organizzare la casa a misura dell’anziano affetto dal morbo di Alzheimer. In ogni caso, se ti occorre una consulenza tecnica specifica in merito, non esitare a contattarci.

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Floriana Gambino
Floriana Gambino

Architetto libero professionista con la passione per l'arte e il restauro architettonico. Si occupa di progettazione e riqualificazione degli spazi interni ed esterni. Spirito libero, sensibile e curiosa. Ama viaggiare, scrivere e fotografare qualsiasi dettaglio che le colpisce l'occhio ed il cuore.

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