Intonaci a calce fatti a mano: La leggenda di Tommaso Manzini

Il fascino discreto e senza tempo delle finiture negli straordinari intonaci a calce fatti a mano nella Firenze di Tommaso Manzini

Innanzitutto Olio extravergine di gomito: la preparazione del fondo per la calce.

Una giornata straordinaria passata tra leganti, odori di terra e scintillare di pigmenti cromatici all’interno dell’affascinante laboratorio di Tommaso Manzini.  Classe 1982 apre il suo workshop offrendoti dell’ottimo Chianti rosso e un commento da toscanaccio con la C aspirata. Sarà per prepararci al lavoro duro, nel quale vedrò come realizza intonaci a calce che voglio tramite una prova!

Come prima fase, infatti, ci aspetta la paziente preparazione del fondo con lo scopo di avere una superficie pulita cui aderisca il legante. La calce, in realtà,  può essere posta su fondi diversi, muro, legno, cotto e tutto quello che passa per la mente. L’importante è che il supporto venga preparato a dovere. 

Il Grassello di calce per Tomasso Manzini

Un materiale antichissimo che usavano i romani come il grassello di calce per Tommaso Manzini è da maneggiare con destrezza e maestria come di chi conosce il mestiere. Non ci sono intonaci di calce senza latte di calce sciolto, fluido invitante che suggerisce i mille usi nell’impasto con polveri di marmo o quarzo. La calce è certamente un materiale molto green, deriva da roccia calcarea che viene cotta a 800 gradi nei forni. Quello che si ottiene è la famosa calce viva che viene “spenta” dal versamento di acqua in una enorme vasca profonda 60 cm producendo la sua carbonatazione. Calce spenta si chiama così proprio in seguito all’aggiunta di acqua e richiede una stagionatura di 6 mesi circa che per i romani poteva durare anche tre anni. Questa lenta stagionatura permette di ottenere un intonaco straordinario che traspira, salubre, che elimina l’umidità e che ha una durata sorprendente.

E’ la madre di tutte le malte e la storia che si affaccia al futuro e lo riapre nel presente con la forza della materia plasmata. Inoltre è la sostanza che permette la stabilità negli anni e la visione di un lavoro eterno, senza tempo che spesso corre lungo la catena dei secoli e li racconta. E’ la materia che fa parlare un muro rendendolo narrante.

Qui in Toscana la calce spenta ha una grande tradizione e Tommaso Manzini la conosce bene , è il signore della calce e il suo mescolarla con terre e polvere di marmo avviene secondo i giusti dosaggi e le corrette proporzioni.

Terre colorate e  Polveri di marmo

C’è un mescolare sapiente di terre colorate e polveri di marmo dalla granulometria cangiante con una dose variabile in funzione della giusta densità da ottenere per avere un impasto perfetto. Dopo aver mescolato grassello di calce e terre il passo successivo è l’eloquente gesto della spatolatura che porge decisa e andante l’impasto di calce colorata e granulosa sul nostro piano pronto quasi accarezzandolo. L’impasto potrebbe essere privo di terre con i soli inerti a pezzatura diversa ma la gamma cromatica sarebbe quindi limitata ai marmi. Con le terre invece i colori sono diversi e inconsueti dal crema Toscano a un rosso cotto bruciato che da intensità e vibrazione al risultato dell’impasto. Ma esistono anche i blu, i rosa gentili i verdi piombo e le infinite variegate gamme cromatiche che popolano la lussureggiante espressione delle terre colorate.

Il risultato è un intonaco singolare, inusuale eppure carico di una pienezza visibile agli occhi e sopratutto alle mani. Compatto, liscio e volendo a tratti lucido, l’intonaco di calce di Tommaso Manzini si può capire solo vendendolo in azione e sopratutto osservandone silenziosamente la grandezza finale che cambia la dimensione del proprio spazio.

Qui inizia il godimento!

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