La versione distorta dell’architetto, quanto influiscono il cinema e la televisione?

Il fascino dell’architetto super star

L’architetto, ultima figura rinascimentale a metà strada tral’arte e la scienza, l’estetica e la tecnica, è sicuramente tra le figure più affascinanti e poliedriche del panorama lavorativo.
Ad alimentare il suo fascino molto hanno contribuito i mezzi di comunicazione, la televisione ed il cinema che spesso hanno fatto dell’architetto una sorta di super star, presentandolo, quasi sempre, come una figura professionale che vive una carriera rosea e di successo la cui propensione alla creatività emerge in incarichi di edifici maestosi, imponenti grattacieli e grandi progetti per importanti committenti.

Un mondo utopico che non rispecchia la realtà

Troppo spesso, nel mondo dello spettacolo, gli sceneggiatori usano la professione dell’architetto con la sua originalità e il suo eclettismo, allo scopo di dare ulteriori sfumature e connotati al personaggio, servendosi dei possibili risvolti del suo lavoro per arricchire la narrazione. Un esempio stereotipato di questo concetto si può vedere nel film “Perché te lo dice mamma”, dove l’apprensiva e possessiva madre, interpretata dall’intramontabile Diane Keaton, tenta a tutti i costi di trovare marito alla giovane figlia che è reduce da alcune disavventure amorose. L’indiscreta mamma pubblica addirittura un annuncio su internet dove trova il profilo ideale, un affascinante e giovane architetto, di successo, con una splendida carriera in atto e con un ottimo conto in banca, ma qualcosa in questo incontro combinato andrà storto.

 Un altro esempio molto noto al pubblico è l’Architetto Ted Mosby della fortunata serie tv “How I met you mother”. Ted è un inguaribile sognatore e un creativo che ama il suo lavoro e nel corso della serie, su affidamento diretto da parte di una grossa multinazionale,  viene chiamato a progettare completamente da solo un intero lotto nel cuore di New York, senza alcuna esperienza professionale pregressa e senza aver partecipato ad un concorso.

Tutto questo, ad una persona lontana dal mondo dell’architettura, può sembrare normale ma, per gli “addetti ai lavori” è completamente inverosimile.  Eppure questa è la percezione che hanno gli scrittori della serie e che vogliono dare agli spettatori e questa  è,probabilmente,  anche l’idea che la società ha di questo professionista.

Serie tv e reality-la banalità del fare e del progettare

L’architettura e il design, negli ultimi anni, sono tra quei temi che più suscitano interesse e curiosità e sono stati riproposti in televisione sotto molteplici vesti, dai programmi con fare documentaristico, fino ai reality show. Molteplici sono le serie degne di menzione, per citarne alcune: “The World’s Most Extraordinary Homes”;  Make over Home Edition”; “Grand Design”; “Stay here: guadagnare con le ristrutturazioni” e “Abstract” dove troviamo il celebre architetto Bjarke Ingels.

I citati programmi televisivi cercano di raccontare l’architettura e di spiegare, anche a chi non è del mestiere, tutto quello che c’è dietro la costruzione di un edificio, dalla progettazione fino alla realizzazione, il tutto cercando di far coesistere tecnici e persone appartenenti al mondo dello spettacolo. In questi programmi però troppo spesso prevale la propensione alla spettacolarizzazione e l’effetto stupore che tendono a prevalere sul progetto vero e proprio e talvolta, anche sulla qualità della posa in opera dei materiali. Per fare un progetto a regola d’arte ci vuole tempo e ragionamenti frutto di uno studio paziente, che prescindono da frasi fatte e discorsi aleatori sull’estetica e la filosofia.

Ma è davvero così semplice essere architetto?

La tv ed il cinema tendono, dunque, a voler sottolineare l’aspetto creativo del lavoro dell’architetto, ma banalizzano un mestiere complesso e lanciano allo spettatore un’idea distorta della realtà. I tempi tecnici che il lavoro richiede vengono sminuiti e tutto viene fatto sembrare una passeggiata all’aria aperta, contribuendo ad una cattiva informazione e una scarsa educazione delle persone, le stesse che poi indosseranno le vesti di committenti e che penseranno che un progetto non è così difficile da tirare fuori e da realizzare.

Questo stato di cose contribuisce ad alimentare, come scrive Kamela Guza nel suo articolo “L’architetto nella crisi del contemporaneo”, la figura dell’archistar  e di  tutta la spettacolarizzazione che aleggia intorno a questa professione. Le informazioni che captiamo da uno schermo  che vengano da social, reality o dai  film, da Netflix come da Youtube, sono fondamentali perché, se da un lato  ampliano le vedute delle persone,  dall’altro  semplificano o disegnano realtà false, soprattutto per quanto riguarda alcune mansioni e alcuni mestieri.

Tutto ciò che fa parte di un ambito lavorativo, ci viene mostrato velocemente troppo spesso e di conseguenza non siamo in grado di capire che dietro c’è applicazione, sacrificio, ricerca, costanza,  tanta pazienza e ragionevolezza per affrontare i tanti problemi che la professione ci pone davanti. Tutto questo, in un periodo dove vacillano certezze, può essere pericoloso perché va a colpire l’importanza della preparazione, dello studio e della conoscenza, indispensabili in qualsiasi campo non solo per quanto riguarda il mestiere dell’architetto.

Fonti immagine: 1) https://www.google.it/imgres?imgurl=https://www.visurasi.it/wp-content/uploads/2019/07/catasto-fabbricati-nuova-versione.jpg&imgrefurl=https://www.visurasi.it/blog-visurasi/page/11/?page%3D2&h=679&w=900&tbnid=vGq-q6fqojgGEM&tbnh=195&tbnw=259&usg=AI4_-kTYAyUkpO0NRm3ZXOZf2xrnLq9JbQ&vet=1&docid=2xeLSphMPaD0sM&itg=1&hl=it
2)https://comoconociavuestramadre.fandom.com/wiki/El_arquitecto_de_la_destrucci%C3%B3n
3)https://www.google.it/imgres?imgurl=https://scontent.ccdn.cloud/image/nospoiler/3a6f0fdd-1e26-4624-87ba-937244e3144a/1280x720.jpg&imgrefurl=https://nospoiler.it/abstract-the-art-of-design/&h=720&w=1280&tbnid=ZN47f4eb12YOXM&tbnh=168&tbnw=300&usg=AI4_-kSlaiI-dUVq6Kp73m03vi_Bzpc4rA&vet=1&docid=ixMVnOl48zCFxM&hl=it
4)https://www.google.it/imgres?imgurl=https://lookaside.fbsbx.com/lookaside/crawler/media/?media_id%3D946140032115832&imgrefurl=https://it-it.facebook.com/architectthemovie/about/?ref%3Dpage_internal&h=539&w=960&tbnid=7WPOHc2dpK9LTM&tbnh=168&tbnw=300&usg=AI4_-kSz9qqcX6CMkusDF57aAGyFdf9Fkg&vet=1&docid=oUbTzv6diRAEBM&itg=1&hl=it#imgrc=NCdSDtVh0nZgPM&imgdii=jjKW9TUDoAKMxM
Giuseppina Porcaro
Giuseppina Porcaro

Laureata in Progettazione Architettonica presso la facoltà di Architettura di Roma Tre, da poco abilitata alla professione, sta seguendo un master sulla bioedilizia e sull'architettura sostenibilie all'Università di Firenze. Amante delle tecniche e dei materiali costruttivi, ha a cuore il rispetto dell'ambiente e crede fortemente che il futuro dell'architettura sia la progettazione sostenibile, è inoltre appassionata di disegno, grafica e illustrazione, come forme di forte espressione delle idee dell'architetto. Parallelamente all'architettura ha la passione della cucina, degli origami, del cinema e dello sport. Cresciuta ad Ostia Lido, è fortemente legata al mare che vive tramite le immersioni subacquee (possedendo il brevetto) e la barca, è inoltre membro di un'associazione di protezione civile

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