L’evoluzione dell’arte di arrangiarsi tipica della civiltà contadina, da iniziale necessità ad approccio anticonformista ed eco friendly al design: radici ed evoluzione del riciclo creativo.
Quando si è nati e cresciuti in provincia si tende a dare per scontati certi concetti e certi approcci: uno di questi è il self-made design. “Com’è possibile?” Penserete voi dall’altra parte dell’etere “La provincia è gretta ed arretrata per definizione, non può aver partorito un concetto tanto di tendenza e così eco-friendly!”. Tenetevi stretti alle vostre sedie perché la risposta, non solo è affermativa, ma aggiungo anche che questo approccio fu sviluppato in tempi non sospetti.
Quando ero un bambino credevo fosse assolutamente normale che le scatolette in latta del caffè, una volta terminato il loro prezioso contenuto, venissero riutilizzate come contenitori per i chiodi, che i fondi delle grosse taniche in plastica una volta rimossa la sommità diventassero vasi per il basilico, che le vecchie insegne pubblicitarie divenissero dei cancelli. L’autore di questa ardita sperimentazione altri non era che mio nonno! La sua città ideale dove mettere in pratica la sua raffinata vena creativa altro non era che l’orto di casa. E tuttavia, pur facendo inconsapevolmente concorrenza ai geniali fratelli Castiglioni (universalmente considerati i padri del self-made design), i suoi maggiori riconoscimenti li ottenne come potatore di ulivi.
Il riciclo creativo: un concetto antico.
Del resto mio nonno non aveva inventato nulla, poiché si limitava a mettere in pratica ciò che aveva appreso a sua volta da suo padre. Nella cultura rurale lo spreco non era contemplato, si doveva fare di necessità virtù e riutilizzare tutto. Tale premessa è utile per ricordare che l’approccio caratterizzante il self-made design, o riciclo creativo che dir si voglia, non è qualcosa di nuovo, al contrario è un concetto antico. Le architetture medievale, molto spesso realizzate in tutto o in parte con materiale di spoglio, sono lì a testimoniarcelo. Sovente gli antichi elementi architettonici, nati per espletare una precisa funzione, venivano riciclati creativamente dalle maestranze. Ecco allora che un architrave poteva diventare una mensola, oppure il capitello di una colonna, capovolto, ne diventava la base, con buona pace degli stilemi classici.
Riciclo vs consumismo: il self-made design come antidoto alla civiltà dei consumi.
L’avvento della civiltà dei consumi e della sottocultura dell’usa e getta, ha tentato di cancellare la cultura del riciclo creativo e più in generale il riciclo. Fortunatamente non ci è riuscita del tutto e negli ultimi decenni del XX secolo il concetto di riciclo e di self-made design ad esso strettamente legato è tornato prepotentemente alla ribalta. Non solo grazie ad un ritrovato amore e rispetto per la natura, ma anche grazie all’approccio anticonformista e ludico di due giganti del design italiano come Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Grazie al loro genio un sedile da trattore in lamiera stampata, forgiato senza alcuna velleità creativa ma per essere semplicemente funzionale, diviene “Mezzadro”, una delle più iconiche sedute del XX secolo, tributo alla società italiana del miracolo economico ancora fortemente caratterizzata da una componente rurale.
Un sellino da bicicletta diventa “Sella”, uno sgabello con una base a calotta sferica fatto per dondolarsi ed ispirato ancora una volta al mondo rurale, al geniale sgabello dei mungitori con una sola zampa ideato da chissà chi e quando. Un faro da camion si trasforma in “Toio”, una piantana a luce indiretta dall’aspetto ostentatamente industriale la cui base è costituita da profilati metallici saldati e da un trasformatore brutalmente esposto. Grazie ai fratelli Castiglioni il self-made design non è più appannaggio della civiltà contadina, non è più relegato alla provincia, viene elevato a fenomeno glamour e si guadagna un ruolo da protagonista nei salotti più alla moda e nei musei delle capitali.
Il riciclo creativo da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa
Negli ultimi anni si è assistito ad un autentico dilagare del riciclo creativo, il self-made design non è più materia da intellettuali e designer un po’ snob, è ormai divenuto un autentico fenomeno di massa con i pro ed i contro che questo comporta. Se da un lato la cultura del riuso è senz’altro servita a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’ecologia, del rispetto e della tutela delle risorse del pianeta; dall’altro si è assistito a sperimentazioni “creative” non sempre convincenti quando non imbarazzanti attuate da improbabili designer.
Il self-made design può e deve riserbare ancora piacevoli sorprese, può essere una valida alternativa per caratterizzare l’arredamento delle nostre abitazioni e può farlo persino a costi contenuti, se lo si paragona al design di alta fascia. Esistono designer-artigiani che auto-producono in prima persona le loro creazioni, spesso si tratta di pezzi unici. Ci si può lasciar guidare dalla propria sensibilità oppure, più avvedutamente, farsi consigliare da un bravo architetto per individuare gli oggetti di self-made design da inserire nel vostro arredamento. Caratterizzare con oggetti unici i vostri spazi farà intuire ai vostri amici che siete sensibili ai temi del riuso e del riciclo senza rinunciare all’originalità di un pezzo di design.
Se anche tu sei interessato al self-made design non esitare a contattare uno dei nostri esperti che saprà guidarti con consigli e suggerimenti per aiutarti a realizzare da solo un oggetto di design con materiali di recupero.
MASTRO LUCIAIO – self-made designer
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Basilica_di_san_piero_a_grado,_interno,_colonne_di_spoglio_13.1.JPG
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:%22_11_-_ITALY_-_design_and_furniture_-_MEZZADRO_-_Achille_e_Pier_Giacomo_Castiglioni_-_Zanotta_(1957).jpg
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